lunedì 15 giugno 2009

furgone



La piu' piccola delle bugie del Ceas, il furgone della comunita' psichiatrica che secondo la lettera che Maria Grazia Guida ha inviato al Difensore Civico appartiene al Ceas, quando invece appartiene al San Gregorio. La differenza non è da poco visto che uno è un ente pubblico e l’altro un ente privato. Piccola bugia perché la direzione sfrutta la doppia condizione del Ceas, che è un ente sia pubblico e sia privato, e la mancanza di normative adeguate che di fatto permette alle onlus di scambiare i due ruoli tra loro per trarne vantaggio . In particolare il Ceas (la onlus) e' un ente privato, ed il San Gregorio (la comunita' psichiatrica, una sezione del Ceas) invece è un ente pubblico. Per cui il furgone, (lo scudo fiat dell'immagine, costo circa 20.000 euro) al momento dell'acquisto risulta intestato al San Gregorio, e quindi come bene pubblico le spese sono a carico dei contribuenti. Per l'utilizzo invece il Ceas nella lettera dichiara che appartiene al Ceas inteso come onlus, e quindi essendo il Ceas privato di conseguenza anche il furgone diventa proprietà privata, e i dirigenti ne possono disporre a piacimento, proprio come se fosse la propria auto personale. Nella lettera però parlano di progetti attuati dall'ente, omettendo l'uso privato che in realtà se ne fa (e quindi facendo capire che sanno benissimo che in realtà non potrebbero dare il furgone ai rom per i loro impegni personali, visto che non ne fanno menzione).

Questo furgone appartiene all’ASL (non si capisce bene a prima vista a chi appartenga: al Ceas onlus, che è un ente privato oppure al San gregorio che è un ente pubblico: comunque come linea generale è stato pagato con i soldi dell’ASL e quindi appartiene all’ASL ed è un bene pubblico e non privato).

Nelle immagini il capo dei rom (in maglia gialla, l'altro è un operatore del San Gregorio) che usa il furgone per trasportare il cibo dalla Casa della Carità, dove viene preparato il cibo del Ceas da due anni a questa parte, al San Gregorio, tragitto di 20 minuti. Il capo dei rom che è un privato nei confronti del Ceas: un privato che va in giro con un automezzo pubblico. Tra l’altro per il servizio prenderà un compenso, in nero si presuppone visto che non risulta su nessun registro.

Ma questo è niente, sembrerebbe quasi legittimo, in confronto all’affidamento ai rom di furgone e panda (l'altro automezzo) (senza nessuna presenza di operatori) per scopi personali quali la Banda del Villaggio, uscite per comprare le sigarette, festeggiamenti compleanni eccetera.



Paolo Teruzzi, licenziato per far posto ad un componente del clan di donVirginio Colmegna (Vita Casavola). Però non si può mandar via per legge. L'hanno parcheggiato senza un incarico in un ufficio del Ceas ma lui non molla, fa finta di niente e naviga tutto il giorno. Adesso fa un blog, inserisce i post durante il lavoro segnando ore notturne. Altri non hanno retto e si sono licenziati (altri ancora mandati via sotto minaccia).

cisal


domenica 14 giugno 2009

cucina_scatole






http://leillegalitadelceas.blogspot.com/2009/06/blog-post.html

Massimiliano Della Torre

S
ig. Massimiliano Della Torre, buongiorno. Mi chiamo Barnaba Francesco e scrivo riguardo la sua email del 25 giugno scorso.
Nella quale si legge:

"Nella sua richiesta di intervento si fa riferimento ad episodi e circostanze (alcuni dei quali,
se fondati, si configurerebbero come illeciti penali), che necessiterebbero di essere verificati
mediante l’esercizio di specifici poteri di indagine, di cui questo Ufficio non dispone.

L’unica modalità di intervento potrebbe sostanziarsi in una generica richiesta di
chiarimenti inviata al Ceas, e per conoscenza alla competente ASL, allegando la sua segnalazione,
da cui si cancelleranno le parti che potrebbero far risalire la denuncia alla sua persona, per
evitare di crearle problemi.

Proprio per la carenza di poteri di accertamento, questo Ufficio non avrà, però, la
possibilità di contestare quanto dovesse essere successivamente affermato dagli interlocutori,
nell’ipotesi in cui essi negassero la fondatezza dei fatti contestati."

Non si capisce allora a cosa serva questo ufficio mediazione, se per ipotesi Ceas ed ASL dovessero contestare gli addebiti, come si presume, cosa fate chiudete la pratica? Perchè così questo ufficio sa tanto di superfluo, di un servizio creato più che altro per dare uno stipendio a delle persone che non a svolgere un qualche compito veramente utile.
Perchè allora, se Ceas ed ASL negano oppure, come loro solito, minimizzano o parlano d'altro non inviate un bell'esposto alla finanza, loro si che li hanno i mezzi di indagine per controllare la mia versione e la loro. Dovrei farlo io, ma fatto da voi acquista un altro sapore, legittima il ruolo dell'ufficio mediazione, e non comporta nessun impegno come ben saprete un esposto è solo un'informativa alla finanza, proprio come le due email a Ceas ed ASL.
Abbiamo già l'esempio di preti e psichiatri che non denunciano mai i loro colleghi, e i dirigenti Ceas fanno parte di quelli che vivono di soldi dello Stato, proprio come voi..
Un'ultima cosa, se per favore può inviarmi l'email del Ceas e le vostre, perchè io sono l'unico informato bene dei fatti, avendoli vissuti in prima persona, e sono il più adatto a giudicare eventuali errori, omissioni oppure ancora non si sa mai affermazioni corrette di Ceas ed ASL.

Milano 3 settembre 2008 Barnaba Francesco

La piu' piccola delle bugie

La piu' piccola delle bugie del Ceas, il furgone della comunita' psichiatrica che secondo la lettera che Maria Grazia Guida ha inviato al Difensore Civico appartiene al Ceas, quando invece appartiene al San Gregorio. La differenza non è da poco visto che uno è un ente pubblico e l’altro un ente privato. Piccola bugia perché la direzione sfrutta la doppia condizione del Ceas, che è un ente sia pubblico e sia privato, e la mancanza di normative adeguate che di fatto permette alle onlus di scambiare i due ruoli tra loro per trarne vantaggio . In particolare il Ceas (la onlus) e' un ente privato, ed il San Gregorio (la comunita' psichiatrica, una sezione del Ceas) invece è un ente pubblico. Per cui il furgone, (lo scudo fiat dell'immagine, costo circa 20.000 euro) al momento dell'acquisto risulta intestato al San Gregorio, e quindi come bene pubblico le spese sono a carico dei contribuenti. Per l'utilizzo invece il Ceas nella lettera dichiara che appartiene al Ceas inteso come onlus, e quindi essendo il Ceas privato di conseguenza anche il furgone diventa proprietà privata, e i dirigenti ne possono disporre a piacimento, proprio come se fosse la propria auto personale. Nella lettera però parlano di progetti attuati dall'ente, omettendo l'uso privato che in realtà se ne fa (e quindi facendo capire che sanno benissimo che in realtà non potrebbero dare il furgone ai rom per i loro impegni personali, visto che non ne fanno menzione).

Questo furgone appartiene all’ASL (non si capisce bene a prima vista a chi appartenga: al Ceas onlus, che è un ente privato oppure al San gregorio che è un ente pubblico: comunque come linea generale è stato pagato con i soldi dell’ASL e quindi appartiene all’ASL ed è un bene pubblico e non privato).

Nelle immagini il capo dei rom (in maglia gialla, l'altro è un operatore del San Gregorio) che usa il furgone per trasportare il cibo dalla Casa della Carità, dove viene preparato il cibo del Ceas da due anni a questa parte, al San Gregorio, tragitto di 20 minuti. Il capo dei rom che è un privato nei confronti del Ceas: un privato che va in giro con un automezzo pubblico. Tra l’altro per il servizio prenderà un compenso, in nero si presuppone visto che non risulta su nessun registro.

Ma questo è niente, sembrerebbe quasi legittimo, in confronto all’affidamento ai rom di furgone e panda (l'altro automezzo) (senza nessuna presenza di operatori) per scopi personali quali la Banda del Villaggio, uscite per comprare le sigarette, festeggiamenti compleanni eccetera.

cucina_Difensore






























































Nelle immagini: 6 donne rom usano la cucina della comunità psichiatrica San Gregorio; foglio di servizio affisso sul frigo della cucina che attesta il numero di rom che usano la cucina, a dispetto delle dichiarazioni del Ceas

siticibo_Difensore


Le prime bugie del Ceas nella lettera al Difensore Civico, quelle su Siticibo:
_"all'epoca dei fatti contestati era dotata di una dipendente assunta in qualità di cuoca" che non corrisponde al vero perchè la cuoca copriva solo il pasto diurno dal lunedi' al venerdi', restano scoperti i pasti serali e i pasti di sabato e domenica;

_"venivano regolarmente acquistati generi alimentari presso fornitori", evidentemente, visto che 9 pasti su 14 erano costituiti da siticibo, il Ceas incassava per i 14 pasti dalla regione, comprava cibo per 5 pasti, e i restanti soldi per i 9 pasti mancanti andavano a finire (dove andavano a finire?);

_"due volte a settimana", non due ma 9;

_"menu' aggiuntivo", non menu' aggiuntivo ma esclusivo, visto che siticibo non era un piatto in piu' ma l'unico piatto del pranzo\cena.


Difensore Civico 2




REGIONE Milano, 25 giugno 2008Prot. n. 08/7.2.1/31 - 02358 MTC  Sig.  FRANCESCO BARNABA
OGGETTO: segnalazione presunte irregolarità gestione comunità psichiatrica  Con riferimento alla sua segnalazione del 28.05.2008, ritengo opportuno specificare quanto segue. In base a quanto disposto dalla L.R. 18.1.1980, n. 7 e dalla L. 15.03.1997, n. 127, il Difensore civico regionale ha il compito di verificare, su richiesta di chiunque vi abbia interesse, che un procedimento e/o un atto di competenza dell’amministrazione regionale, degli enti da questa istituiti o delegatari di funzioni amministrative sue proprie ovvero di competenza di amministrazioni statali decentrate, rispettivamente, abbia regolare corso o sia tempestivamente e correttamente emanato. Nella sua richiesta di intervento si fa riferimento ad episodi e circostanze (alcuni dei quali, se fondati, si configurerebbero come illeciti penali), che necessiterebbero di essere verificati mediante l’esercizio di specifici poteri di indagine, di cui questo Ufficio non dispone. L’unica modalità di intervento potrebbe sostanziarsi in una generica richiesta di chiarimenti inviata al Ceas, e per conoscenza alla competente ASL, allegando la sua segnalazione, da cui si cancelleranno le parti che potrebbero far risalire la denuncia alla sua persona, per evitare di crearle problemi. Proprio per la carenza di poteri di accertamento, questo Ufficio non avrà, però, la possibilità di contestare quanto dovesse essere successivamente affermato dagli interlocutori, nell’ipotesi in cui essi negassero la fondatezza dei fatti contestati. La prego, pertanto, di volermi cortesemente comunicare se è interessato ad un intervento di questo Ufficio nei modi sopra specificati. Con i migliori saluti  IL DIRIGENTE DELL’UFFICIO  (Massimiliano Della Torre)  LOMBARDIA
UFFICIO DEL DIFENSORE CIVICO
20124 Milano – Via G. Lazzaroni, 3
Tel. 02 / 67482465 – 7
Fax. 02 / 67482 487 Milano, 7 ottobre 2008

Prot. n. 08/7.2.1/31 -
MTC/pc

Sig.
FRANCESCO BARNABA

e-mail:
OGGETTO: segnalazione presunte irregolarità gestione comunità psichiatrica

Con riferimento alla sua richiesta del 03.09.2008, le ribadisco quanto già comunicato in data 25.06.2008 circa l’incompetenza istituzionale di questo Ufficio a svolgere indagini e a presentare denunce in luogo degli interessati.

Come ha avuto modo di verificare, la Presidente del Ce.A.S. ha fornito una risposta (consegnatale a mano in data 16.09.2008) alla nostra richiesta di informazioni e chiarimenti, che in alcun modo lo scrivente ha la possibilità di contestare.

Con i migliori saluti
IL DIRIGENTE DELL’UFFICIO
(Massimiliano Della Torre)

mediatore

Gentile mediatore, buongiorno. Sono stato ospite di una comunità psichiatrica in cui c'erano delle cose che non andavano, ed ad una mia minaccia di denuncia la dirigenza (Ceas via marotta 8 Milano) mi ha fatto fare un TSO e dimesso dalla comunità. Le riporto i punti di cattiva amministrazione della comunità:
1 Teruzzi, dirigente di comunità, falsificava il foglio presenze di Remigio Forzani (utente fino al 2005) per incassare lo stesso la retta dall’ASL 2 a fronte di una retta di 120 euro al giorno in comunità venivano serviti avanzi di mense aziendali (siticibo) 3 i dirigenti Ceas usavano le rette destinate ai malati psichiatrici per attività estranee alla comunità 4 il furgone di proprietà della comunità veniva usato dai rom per le serate della banda musicale e per altre attività non pertinenti 5 gli scantinati della comunità psichiatrica venivano usati dai rom per doposcuola ed attività ricreative 6 Alessandra Pacchiani è stata ospite della comunità psichiatrica per due anni in nero (utente del Ceas, attualmente ancora lì non si capisce i soldi della sua retta da dove arrivino)7 Al Ceas c’è promiscuità tra Rom e malati psichiatrici, condizione che fa venir meno la tranquillità necessaria per la riabilitazione dei pazienti, creando caos, litigi e un’ambiente in generale non adeguato alle circostanze 8 i rom usavano la cucina della comunità psichiatrica Sangregorio 9 gli scantinati della comunità psichiatrica vengono usati dal laboratorio il CECE in nero 10 TSO a Barnaba Francesco allo scopo di farlo passare per malato mentale e quindi non credibile quando denuncia le irregolarità del ceas
più altri punti, per esempio un'ala della comunità psichiatrica viene ancora adesso usata per dare alloggio ai rom, che vengono sgomberati quando arriva un'ispezione e poi dopo 2 giorni tutto torna come prima;
alla mia richiesta di chiarimenti al sig. Mandreoli, politiche sociali della CGIL di Milano, le risposte sono state sfacciatamente di parte, anzi non c'è stata nessuna risposta.
E' possibile avere un incontro per capire se questi dirigenti di comunità devono rispettare anche loro le leggi o se la giustizia è ormai solo un optional?
francesco barnaba

furgone



















Mezzi di trasporto del Ceas. Di proprietà dello Stato, pagati con le rette della comunità, vengono regolarmente usati per uso privato come accompagnare i Rom nelle loro serate musicali, bisogni personali come uscite per comprare sigarette, festeggiare compleanni eccetera.

ispezione ASL





















Ispezione giugno 2006, la comunità soleblu era occupata dai Rom e forse gli ispettori ASL non avrebbero approvato. Di qui la decisione di Virginio donColmegna, Maria Grazia Guida e compagnia bella di sgomberare tutti i Rom e rimetterli al loro posto due giorni dopo (lo sporco dell'immagine non è riferito ai rom). Poi c'è stato un cambio programma.

Maggioni




















Maggioni, volontario a pagamento del Ceas. Il suo compito è di veicolare gli appalti dei vari lavori alle ditte che conosce lui ed il direttivo, cosicchè i soldi dei finanziamenti rimangano in famiglia e non vadano in mano a sconosciuti. Viene tre ore al mattino, telefona all'elettricista, al muratore ed alle varie ditte senza prendere nessun soldo (almeno in contanti, lui per ripicca si dà da fare in altri modi) dal Ceas. E' un insulto a tutti i volontari onesti che pure esistono e che svolgono il loro compito senza pretendere nulla in cambio. E' stato messo lì dal direttivo, voi capite questo direttivo quanto bene voglia a noi malati e finti malati.
Anche a lui ho chiesto "ma perchè non te ne stai a casa, se nessuno ti paga, cosa vieni a fare qua al Ceas?"
Lui però appartiene alla stessa categoria di donColmegna, quando viene accusato fa finta di niente e va via senza risponderti.

il cece










































Abusivi
Il minore tra tutti i mali del ceas, il cece. Occupano uno spazio della comunità psichiatrica sanGregorio (due stanze negli scantinati) e non hanno l'autorizzazione dell'Asl (anzi lì non ci dovrebbero essere proprio), essendo questi spazi destinati solo alla comunità psichiatrica.

cucina



























































Due donne rom nella cucina della comunità psichiatrica "Ceas" (la foto è indicativa). Sotto la cucina fatta arrivare da donColmegna per l'aumento dei coperti da 20 a 200, costo 20.000 euro. Ma da dove vengono questi soldi se è tutto in nero e non c'è nessuna denuncia all'ufficio accreditamento, all'ASL o altri uffici competenti? Poi c'è la promiscuità rom-malati psichiatrici, vietata dalla legge.

congelatori
























Congelatore per i rom all'interno della struttura psichiatrica, ce n'erano tre in tutto. Il problema è sorto quando l'asl ha avvisato che veniva a fare un'ispezione e chiaramente nessuno li aveva avvisati dei congelatori, era tutto in nero. Di lì gli interrogativi degli operatori: e adesso come giustifichiamo i congelatori? Non è meglio forse avvisarli prima dicendo magari che i rom hanno bisogno anche loro e che non sono così cattivi? Poi alla fine hanno preso la decisione più saggia: svuotare e fare sparire tutto, occhio non vede e cuore non duole.

regali

























Un forno a microonde, di proprieta' dello Stato, regalo del ceas tramite Vita Casavola. E' nella mia cucina, s'e' rotto ed alla richiesta dello scontrino per ripararlo, prima Casavola ci ha provato dicendo che la garanzia vale solo sei mesi poi, trovato lo scontrino (l'avra' preso chissa dove) alla richiesta del registro m'ha risposto che non c'e' nessun registro e non ci vuole nessun registro perche' e' un regalo del Ceas. Lo Stato paga ed il Ceas regala (e non risulta da nessuna parte). Oltre al microonde un materasso doubleface del valore si presume di almeno 100 euro, lenzuola, cibo ed altri piccoli oggetti.
Questo perche' il Ceas e' sia pubblico che privato, a seconda della convenienza. Quando devono chiedere i soldi sono un'ente pubblico, solidale, senza lucro. Quando poi devono spenderli, come nel caso del forno a microonde, sono una proprieta' privata e non devono rendere conto a nessuno.

Materasso di proprietà del Ceas (usato), a casa mia da un anno e mezzo e un forno a microonde (nuovo) (regalo di Vita Casavola senza ricevuta, senza scontrino. Questo è il ceas. ) Se a me hanno regalato un materasso ed un microonde, cosa si portano a casa i dirigenti Ceas?

Pompa per bici, comprata con con i soldi del ceas due anni fa per esigenze della comunità. Me la sono portata a casa senza che nessuno ne sospetti neanche l'esistenza. Stesso discorso di prima: se io mi sono portato a casa un attrezzo da 10 euro, cosa si porta a casa la dirigenza Ceas?

continua..




rom



















La sede dell'amministrazione Ceas. Al piano di sopra c'era una comunità per minorenni, poi chiusa, il progetto prevedeva l'apertura di un'altra comunità di residenzialità leggera per malati psichiatrici, prima a settembre 2005 e poi a marzo 2006. Colmegna ha bloccato tutto e ci ha inserito i suoi rom, in nero.

siticibo


























Con 500mila euro di retta all’anno per 14 persone non ci sono i soldi per la cena, per cui si ricorre alla fornitura gratuita degli avanzi delle mense aziendali (siticibo).

500.000 euro





































Dei 500.000 euro di retta annua per la comunità psichiatrica SanGregorio solo una parte arriva a destinazione. Il resto al CDO (comunità per tossicodipendenti), lineaverdedroga, e chissa quale altra attività non pertinente.

Alessandra Pacchiani






















Alessandra Pacchiani, ospite della comunita' psichiatrica del ceas per due anni in nero, 100.000 e piu' euro che non si sa da dove vengono e dove vanno.

Alessandra Pacchiani:
sono andata per la prima volta al cps dopo un anno che sono arrivata al ceas; mi pagava la retta Loris Panzeri, quello degli appartamenti (in nero perchè se non hai l'invalidità e non vai al cps non puoi essere ammesso in una comunità psichiatrica).
Panzeri sarà un grande benefattore, per pagare i 100.000 euro (o quello che è) della retta di Alessandra, a Paolo Teruzzi, all'epoca dirigente della comunità. Che brava gente che c'è in giro.

Remigio Forzani
















































Remigio Forzani, ex ospite del Ceas. Era assente, ma Teruzzi falsificava il foglio presenze per incassare lo stesso la retta dall'Asl.